Torno sull'isola di Djerba per qualche giorno, ospite di una famiglia del posto.
Ritorno qui, ancora una volta, fuori stagione prima che arrivi il caldo vero.
Sarà destino, penso mentre osservo questo calmo mare.
Il cielo è variabile e va da azzurro con nuvole, a velato.
A volte esce il sole, a volte il vento ricopre il cielo di nubi.
Djerba inizia, se si arriva in traghetto, dal piccolo paesino di Ajim.
da Tunisi ho preso il pullman che in sette ore circa arriva qui.
Non proprio una passeggiata, ho scelto la tratta notturna. nelle soste mi hanno offerto te e gelato, i vicini di posto molto cortesi.
Il bus arriva pochi minuti prima dell'alba quando le strade sono ancora deserte e silenziose, non ancora rischiarate dal sole mattutino.
Passano un paio di uomini in motorino che iniziano a lavorare presto e salutano per cortesia.
Mentre aspetto su una panchina sotto le palme il cielo si fa rosato e la luce piano arriva con il sole che sale.
Mi incammino sulla strada principale con la mia piccola valigia in cerca di un baretto aperto.
Qualche ristorante di pesce sulla strada, qualche moschea, il mare, il porticciolo, le case, le palme, i motorini.
Mi siedo nel primo baretto per un caffè, visto che il te lo fanno solo nel pomeriggio.
Qualche altro cliente in veste tradizionale arriva per iniziare la giornata.
A Ajim la vita è calma e non succede molto, anche se prevedo che come ogni isola un giorno sarà più turistico e si espanderà.
Qui tornano molti tunisini che vivono all'estero a trovare la famiglia, pochi i turisti stranieri.
Si trova sul mare ma la spiaggia non è sabbiosa, ma fatta di ciottoli. Il mare è calmo e pulito, digrada dolcemente e non è male.
Di nuovo hanno fatto un baretto sul mare in legno di palme con terrazzina ed animali che girano liberi come pavoni, oche, anatre, scimmiette, cani.
Un posto semplice ma piacevole, un pò fuori dal paese e molto tranquillo.
bevo un te alla menta e vado in bagno a fare pipì. Uscendo dal bagno apro la porta e un bel pavone mi passeggia davanti.
Arrivo alla casa di una fonna che avevo conosciuto a Tunisi e mi offre un pò da mangiare tra chiacchiere e saluti. Sta facendo un tappeto a mano.
Affascinante vedere come con qualche filo di lana si formi un bel tappeto.
Cerco di carpirne i segreti, i movimenti veloci e sicuri della sua mano.
Vado in cerca di una spiaggia a piedi per delle vie sterrate che non so bene dove portano, ma al mare arriveranno, penso.
E infatti ecco davanti a me una spiaggia con conchiglie e due barchette di legno azzurro.
Acqua azzurrina e bassissima, qualche alghetta, il panorama della costa tunisina davanti.
Le donne raccolgono frutti di mare per cucinare e per i ristoranti, io mi bagno un pò e resto a prendere al sole nel silenzio.
Ritorno sui miei passi e percorro piccole stradine solitarie che mi riportano al paese.
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